Molti installatori si chiedono quando è possibile attuare lo scarico a parete e quali siano le condizioni utili, poichè, in alcune zone, risulta essere l'unica soluzione tecnica adatta per la sostituzione della vecchia caldaia.
Secondo le norme tecniche - UNI 7129, UNI 11528 - questo tipo di installazione può essere eseguita se si rispettano specifiche distanze da finestre, porte e balconi, presenti sulla facciata stessa o in quella vicina a quest'ultima.
Questa pratica viene però ostacolata dalle leggi nazionali e regionali, che si interessano dell'ecosistema e limitano le possibilità di eseguire questo genere di installazione.
Il decreto legislativo del 4 luglio 2014 stabilisce che tutti gli impianti termici installati dopo il 31 Agosto 2013 devono essere collegati ad appositi camini o canne fumarie con sbocco sopra il tetto dell'edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente. Esistono però delle situazioni in cui lo scarico a parete è accettato:
- Se la caldaia da sostituire ha già lo scarico in parete o in canna fumaria, installando comunque un generatore di calore che sia di tipo stagno e abbia un rendimento utile maggiore o uguale a 90+2log(Pn). Criterio rispettato dalle caldaie a condensazione.
- Nel caso di ristrutturazione di impianti individuali, posti in edifici plurifamiliari, dove non esistono già condotti fumari.
- Se il progettista attesta l'impossibilità tecnica di portare lo sbocco dei prodotti della combustione sopra il colmo del tetto.
Attenzione però che nonostante questo regolamento sia uniforme su tutto il territorio nazionale, può essere oggetto di contestazione, in quanto è evidente che biossido e ossido di azoto e polveri sottili comportino gravi danni alla salute delle persone, nonchè un peggioramento delle condizioni di vita. E' infatti impossibile pensare che tutti installino lo scarico a parete, altrimenti non si potrebbe più aprire la finestra e respirare aria pulita e sana. Questo sistema può recare anche importanti danni patrimoniali esercitando un'azione determinante sui beni altrui; ad esempio è causa di macchie alle facciate dei palazzi, che risultano un bene condominiale.
Qualora un vicino di casa lamentasse immissioni dannose, potrà intraprendere un percorso giudiziario e chiedere immediatamente la cessione della molestia ed un risarcimento economico del danno.
Situazioni poco piacevoli che sarebbe meglio evitare informandosi accuratamente sulla questione e adottando i giusti criteri di installazione. Per saperne di più sui limiti tecnici dello scarico a parete contatta il nostro punto vendita o vienici a trovare a Nicosia, in provincia di Enna.